La cultura della fretta dominata dall'urgenza ci fa perdere di vista i veri bisogni primari. La nostra realtà è dominata da arraffoni, arrivisti, populisti e politicanti che non fanno il loro dovere istituzionale. Questi politicanti senza scrupoli mantengono e coltivano i problemi per garantirsi sacche di "voti", che non sono altro che bisogni reali che vengono riempiti di vane illusioni. La società di oggi non è più quella di un tempo. C'è molta differenza di vedute. La rappresentazione valoriale, la visione dei problemi, è molto diversa. La gente ha imparato che non è oro tutto quello che luccica. La volontà che dovrebbe spingere la nostra azione civica al cambiamento, viene spesso silenziata, ammutolita da una grettezza indescrivibile e calcolatrice che non ammette altri soggetti. La lotta per il potere, per il vile denaro, per i bassi benefici e privilegi rimane la ragione più plausibile per gli innesti fantasiosi che le liste civiche fanno intravedere. La ricerca spasmodica di quozienti elettorali, fanno solo "vomitare". I giovani, me compreso, non vogliono qualcosa di immaginario, non desiderano false promesse. Molti hanno già gli strumenti per il cambiamento. La cultura è la nostra forza. Ci vuole il coraggio di immaginare possibili soluzioni ai problemi. Gli amministratori dovrebbero impegnarsi nella "politica del quotidiano" e smetterla di prendere in giro le vecchie e nuove generazioni. La dimensione della politica va vissuta in maniera diversa, ognuno di noi ha una particolare abilità, ognuno di noi può essere un tassello. Per costruire la società del futuro non abbiamo bisogno di divisioni laceranti di persone che non cedono a nessuno il proprio trono, è necessario un vento nuovo libero da pregiudizi che unisca i vari tasselli per costruire il nostro Futuro.