L’Italia affronta da tempo un ritardo, non solo economico, ma anche infrastrutturale e culturale, rispetto alle principali economie occidentali. Tale ritardo si sta ampliando. Abbiamo subito una perdita di competitività anche rispetto ai nostri principali partner europei. Tra il 1998 e il 2008 il costo del lavoro per unità di prodotto nel settore privato è aumentato del 24 per cento in Italia, del 15 in Francia; è diminuito in Germania.
L’affermarsi della Digital & Networks Economics rende necessario affrontare trasformazioni radicali dei modelli di sviluppo. L’evoluzione tecnologica, infatti, determina gli sviluppi economici e sociali. Il XIX secolo è stato caratterizzato dalle macchine a vapore, il XX secolo dall’elettricità. Il XXI secolo è il secolo digitale; cultura, conoscenza e spirito innovativo sono i volani che proiettano nel futuro.
Alcune informazioni:- A livello globale la “internet economy” supera i 10.000 miliardi di dollari. (presentazione NSTIC)
- Il Commissario per la Società dell’Informazione della Commissione Europea, Neelie Kroes, considera l’agenda digitale elemento base della sostenibilità socieconomica
- Nel Regno Unito vale già oggi il 7,2% del PIL, più del settore sanitario, e il governo ha sviluppato il piano “Digital Britain” per garantire alla Gran Bretagna un futuro tra le maggiori economie del sapere digitale.
- Il Giappone e la Corea del Sud sono stati tra i primi Paesi a darsi una strategia digitale
- Il governo tedesco ha un redatto il progetto “Digital Deutschland 2015”, nel quale, tra le altre cose, si stima che la banda ultralarga genererà 1 milione di nuovi posti di lavoro in Europa.
- In Francia il Presidente Sarkozy ha assegnato allo sviluppo delle infrastrutture ICT 4,5 miliardi di euro, 500 milioni in più di quanto raccomandato dal rapporto strategico “Investir pour l’avenir”.
- La Spagna si è data come obiettivo di investire in innovazione il 4% del PIL entro il 2015 ed arrivare a 150 brevetti annui per milione di abitanti.
- In USA il Presidente Obama ha nominato per la prima volta un direttore dell’informatica e delle telecomunicazioni, un “Chief Information Officer” federale.
Noi siamo convinti che trarre esempio da questi Paesi costituisca la maggiore opportunità per rilanciare l’Italia portando benefici all’intera economia e società italiane; per questo abbiamo deciso di unirci in questo appello che abbiamo lanciato sulle pagine del Corriere della Sera.
E’ per questo che chiediamo a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, di impegnarsi e porre concretamente il tema digitale al centro del dibattito politico nazionale; chiediamo che vengano fatte proposte organiche per una Agenda Digitale per l’Italia che sia una strategia collettiva con una visione di lungo periodo.
per maggiori informazioni http://www.agendadigitale.org/